Il racconto ovvero l’arte di affabulare

Vorrei provare a definire il racconto. Non sembra difficile: ci si immagina un testo narrativo di poche cartelle, un qualcosa che per quantità è meno di un romanzo. Poi però si scopre che ci sono racconti lunghi più lunghi di un romanzo breve. Michael Kohlhaas (1810) di Heinrich von Kleist (1777-1811), ad esempio, oppure La morte a Venezia (1912) di Thomas Mann (1875-1955).

Ecco che la più immediata fra le definizioni possibili, quella fondata sulla quantità, cade subito. Ma è a questa che, per semplicità, ci si continua a riferire. Continue reading “Il racconto ovvero l’arte di affabulare”

Ipertesto fantastico Borges

Scrivere di Jorge Luis Borges (1899-1986) è operazione complessa, al contempo, di esegesi e di esplorazione. Si tratta di interpretare un’opera che ha qualcosa di babelico, e di procedere in un labirinto aperto a tutti – perché Borges, va sempre ricordato, scriveva per tutti – e in cui ci si può fermare più volte a godere dell’intrico – come se perdersi, in questo caso, fosse lo splendente fine tra i tanti possibili fini di un viaggio fecondo per iniziati e non. Borges è e non è per tutti: non si rivela ai “colti” se non attraverso un gioco di specchi; tende il bastone da cieco a tutti come si può tendere un feticcio.

Borges è un mito che si è mostrato attraverso una molteplicità di interviste e di brani autobiografici. Si è fatto aedo di sé, ha curato la sua memoria con un’attenzione simile a quella dei divi contemporanei.

Nel mezzo della sterminata mole di documentazione che lo riguarda, c’è Il fattore Borges (2004) dello scrittore argentino Alan Pauls (1959). Continue reading “Ipertesto fantastico Borges”

Il mood di Parise

Un editor deve interrogarsi sul concetto di “stile” in letteratura.

Lo stile riguarda il modo di scrivere, ma forse anche il modo di essere scrittore. Ci sono di mezzo la “voce” dell’autore, il linguaggio, il senso del ritmo. È il modo in cui lo scrittore piega la propria lingua al testo, a quanto narra, comunica, dice al lettore.

Goffredo Parise (1929-1986) ha un’idea di stile che è contro lo stile. Questo è il mood di Parise: è come lui “interpreta” lo stile. Continue reading “Il mood di Parise”

Letteratura e potere

Ovunque e da sempre le minoranze vorrebbero sovvertire il potere. Le minoranze credono sempre di essere migliori rispetto a chi detiene il potere. Di fatto, è più ragionevole credere che le minoranze vogliano sostituirsi a chi comanda per comandare. Detenere un potere viene percepito come un privilegio, non come una responsabilità. Tutti gli uomini vogliono godere di privilegi individuali e a favore della comunità di appartenenza. Tutti gli uomini vogliono il potere. Non si ha certezza, al contrario si presuppone che chi detiene potere ne goda, non ne patisca il carico di responsabilità. Gestire il potere di decidere per sé e per gli altri è difficile e faticoso. Le élite che detengono il potere sono percepite come gruppo privilegiato. Le minoranze non dubitano. Le minoranze credono sempre di essere migliori rispetto alle élite.

Questa sequenza di assiomi è facilmente discutibile e realisticamente indiscutibile.

Cosa desidera chi sempre mette sotto attacco il potere editoriale? Esiste un potere della letteratura?

Ci soffermiamo, in questo testo, sui rapporti tra scrittore e potere e tra letteratura e potere. Continue reading “Letteratura e potere”

Italo Calvino, l’esattezza

Italo Calvino (1923-1985) dedicò una delle sue Lezioni americane all’esattezza.

Mi riferisco alla terza lezione: Exactitude.

Detto en passant, gli appassionati e/o studiosi di narratologia e di scrittura creativa non possono prescindere dalla lettura di Lezioni americane. Eppure, quest’opera di Calvino ha un potere principalmente evocativo e immaginifico, non offre indicazioni tecniche sulla scrittura. Continue reading “Italo Calvino, l’esattezza”

Troppe puttane! Troppo canottaggio!

Troppe puttane! Troppo canottaggio! Da Balzac a Proust, consigli ai giovani scrittori dai maestri della letteratura francese è una raccolta sul mestiere di scrivere con testi di alcuni dei maggiori scrittori francesi: Honoré de Balzac (1799-1850), Charles Baudelaire (1821-1867), Gustave Flaubert (1821-1880), Guy de Maupassant (1850-1893), Émile Zola (1840-1902), André Gide (1869-1951) e Marcel Proust (1871-1922). Qui mi soffermo su alcuni temi: il rapporto allievo-maestro, il talento, il mestiere di scrivere. Continue reading “Troppe puttane! Troppo canottaggio!”