Il mondo dimezzato

Il confine è l’alba, è il tramonto: così decisero: da un lato il mondo diurno, da un lato il mondo notturno.

Tutto doveva muoversi in perpetuo, tutti dovevano stabilire in quale mondo stare. Ciò tenendo conto di doversi necessariamente dimezzare: con un margine minimo di errore, metà popolazione vive nel mondo diurno, metà popolazione vive nel mondo notturno. Le popolazioni sono due.
Si sceglie subito, alla nascita: nel rispetto del principio di eguaglianza tra le parti, si nasce diurni o si nasce notturni. Il caso è necessità, il caso è giustizia. Il caso rispetta il valore della comunità: siamo tutti uguali, al cospetto del caso. Il caso non è casuale, ma causale al cospetto del nostro mondo dimezzato.
Il mondo dimezzato è il migliore è il peggiore dei mondi possibili; è l’unico mondo possibile ad avere realmente applicato il principio di uguaglianza.
Nella Storia dell’Umanità, ci sono due umanità: quella che precede il mondo dimezzato, quella del mondo dimezzato. La precedente umanità ha volontariamente e involontariamente assecondato il lato umano dell’uomo. Questa umanità fonda esclusivamente sul lato razionale dell’uomo. Il mondo dimezzato è abitato da umani dimezzati.
Le due metà non possono incontrarsi, solo darsi il cambio. La comunicazione ha ceduto alla posizione. Tutte le metà sono stabili nella loro posizione. Il movimento, nel mondo dimezzato, è non-movimento. La transizione da un’umanità a un’umanità ha progressivamente irreggimentato gli umani.
Ogni umano dimezzato ha una forma curva: la forma curva è necessaria alla sostituzione.
Il mondo dimezzato è un meccanismo: all’alba, al tramonto, l’umanità diurna deve essere totalmente e istantaneamente sostituita dall’umanità notturna e viceversa. Il meccanismo è un cambiamento meccanico. Il sole decide. Il sole si muove. L’uomo è immobile. L’uomo si lascia muovere.

Il sole si è spento. Il mondo dimezzato resta solido.
La Storia dell’Umanità è finita, non è finita.

Antonio Russo De Vivo © 2022

(Immagine: Maurits Cornelis Escher, Giorno e notte, 1938, xilografia a due colori 39,3 x 67,8 cm.)

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