I 10 libri più belli che ho letto nel 2023

Da editor leggo interamente o parzialmente centinaia di libri l’anno. Si tratta di testi inediti e editi. Leggo per lavoro, per studio, per piacere.

Per questo 2023 ho selezionato 10 libri (editi) che ho preferito. Per ognuno dico qualcosa.

10.
Valentina Maini, La regola dei terzi, Tic, 2023.

Si tratta di un racconto lungo (o nouvelle): questa forma è una moda editoriale degli ultimi due o tre anni.

È un racconto sul doppio e sul triplo di grande atmosfera, scrittura da Scrittrice (Maini è una delle autrici che potrebbe “durare”, cioè tra i migliori), ambiguità come piace a me.

09.
Elena Giorgiana Mirabelli, Configurazione Tundra, Tunué, 2020.

C’è un macrogenere science fiction che contiene tante cose negli ultimi anni (quelli del covid e del climate change) andate a male. Tra queste la distopia.

Qualche anno fa amavo le distopie, oggi le detesto. Ma questa di Mirabelli è così snervante, piena, eccentrica, raffinata che alla fine, mio malgrado, mi tocca ritenerla notevole.

08.
Virginie Despentes, King Kong theory, Fandango, 2019.

Despentes è una donna violentata e violenta.

Questo è un oggetto ibrido tra memoir e saggistica che ci fa capire senza troppe chiacchiere difficili perché tra femmina e maschio le cose devono cambiare.

King Kong theory andrebbe fatto girare, consigliato, regalato per urtare i lettori di ogni sesso: la rabbia è un ottimo stimolo all’odio del presente e al desiderio di un futuro diverso.

07.
Vincent de Swarte, Il re di Atlantide, Adelphi, 2000.

Questa lettura è un regalo del caso.

Una sera ero con Sharon a Port’Alba, Napoli, per regalarmi libri. Ho chiesto a Sharon quale libro volesse. Lei ha scelto questo.

Lo abbiamo letto entrambi.

È il diario di un uomo il cui lavoro è gestire un faro. È solo, gli piace fare il tassidermista. Stare soli troppo a lungo può avere effetti singolari.

06.
Viola Di Grado, Settanta acrilico trenta lana, e/o, 2011.

Essere giovani e esordire con un libro come questo è il desiderio di tutti. Ci si candida a essere tra i migliori.

È un romanzo sulle parole, sul silenzio, sull’amore e sul dolore, ma un po’ strano; e a me piace ciò che non è ortodosso, lineare, tradizionale, e che mette in scena, involontariamente, certi tratti strani e unici dell’autrice.

05.
Mariana Branca, Non nella Enne non nella A ma nella Esse, Wojtek, 2022.

Altro romanzo d’esordio che se fossi scrittore invidierei.

Altro romanzo che involontariamente rivela dei tratti strani e affascinanti dell’autrice (che poi, incontrandola, si capisce che può averlo scritto solo lei, questo libro).

È poi un romanzo sulla musica elettronica, che io adoro. Il linguaggio è di livello alto, con l’audacia di seguire ritmo e manie.

Letto questo, come posso non desiderare di fare editing a un secondo romanzo di Mariana Branca? Ci riuscirò?

04.
Marco Mariolini, Il cacciatore di anoressiche, Gruppo Edicom, 2004.

Questo non è un romanzo, è un memoir puro scritto in modo imperfetto, a tratti male.

Ma a tratti in modo potentissimo: l’autore desidera solo donne anoressiche, ne controlla il peso, le manipola, le possiede.

È l’apologia di una parafilia.

03.
David Lynch, In acque profonde. Meditazione e creatività, Mondadori, 2022.

Non sono un fan del cinema di Lynch, ma indubbiamente il suo cinema è arte.

Lynch ci rivela il mostro, e quindi non posso non amarlo.

In questo libro ci parla dei suoi processi creativi, dei suoi inizi difficili, dell’importanza (per lui) di fare meditazione trascendentale, di come nascono le grandi idee.

Dunque un libro sulla creatività.

02.
Zuzu, Giorni felici, Coconino Press, 2021.

Siamo nel campo del fumetto, della graphic novel.

Zuzu parla della difficoltà di amare per chi come lei sa massimamente gioire e massimamente soffrire ed è un’artista nella vita.

Ci sono persone che io definisco artisti, e queste persone le immagino come la protagonista di Giorni felici: inevitabilmente infelici fino alla rivolta.

01.
Mark Fisher, Desiderio postcapitalista. Le ultime lezioni, minimum fax, 2022.

Sono le ultime lezioni di Fisher interrotte dal suicidio di Fisher che ha avuto in sorte la capacità di capire il presente e la sfortuna di desiderare un futuro.

È un libro sulla disperazione, sull’impossibilità di vivere, nonostante il professor Fisher dialoghi con i suoi studenti su come potrebbe andare il mondo se si riuscisse a immaginare la fine del capitalismo.

Antonio Russo De Vivo © 2023

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *