A quali case editrici inviare il “manoscritto”

(Aggiornato al 2 gennaio 2024.)

A lavoro terminato, mi viene posta spesso questa domanda: a quali case editrici inviare il manoscritto?

Non rientra nel mio ruolo di editor rispondere a una tale, seppur comprensibile e ragionevole, richiesta. I testi cui ho lavorato non a caso sono stati pubblicati – quando è successo, perché non rientra nel mio ruolo nemmeno garantire la pubblicazione – dalle case editrici delle più diverse, per prestigio e dimensioni (sono elencati qui): il destino di un “manoscritto” non dipende da me.

Di seguito propongo una lista – che verrà costantemente aggiornata – di case editrici cui un autore potrebbe proporre il proprio testo. Per ovvi motivi tale lista è parziale. Continue reading “A quali case editrici inviare il “manoscritto””

Il racconto ovvero l’arte di affabulare

Vorrei provare a definire il racconto. Non sembra difficile: ci si immagina un testo narrativo di poche cartelle, un qualcosa che per quantità è meno di un romanzo. Poi però si scopre che ci sono racconti lunghi più lunghi di un romanzo breve. Michael Kohlhaas (1810) di Heinrich von Kleist (1777-1811), ad esempio, oppure La morte a Venezia (1912) di Thomas Mann (1875-1955).

Ecco che la più immediata fra le definizioni possibili, quella fondata sulla quantità, cade subito. Ma è a questa che, per semplicità, ci si continua a riferire. Continue reading “Il racconto ovvero l’arte di affabulare”

La civetta cieca. Hedàyat e la scrittura del suicidio

Sadègh Hedàyat, l’autore de La civetta cieca, è uno di quegli scrittori che si sono lasciati dimenticare. Ci sono alcuni scrittori che scrivono – perché sono scrittori e rientra nella loro natura scrivere, forse un destino, forse fatalità – e poi soffrono nel fare l’ultimo passo: pubblicare e tutto quanto ne consegue. Hedàyat era di quelli cui gli amici dovevano strappare i manoscritti per farli circolare. Si tratta di un caso virtuoso da un punto di vista di “ecologia letteraria”, ossia di un approccio ecologico alla pubblicazione: pubblicare solo quanto necessario, non tutto, perché si pubblica troppo. Eppure, quando gli autori sono talentuosi, dall’altro lato va preso atto di una mancanza, di un sentimento di privazione: il grande scrittore che non vuole pubblicare o che lo fa eccezionalmente, lascia un particolare vuoto, il vuoto virtuale dell’opera di Kafka se Brod ne avesse rispettato le ultime volontà. Continue reading “La civetta cieca. Hedàyat e la scrittura del suicidio”

Elémire Zolla, Minuetto all’inferno

È noto che alcuni libri, per motivi anche imperscrutabili, hanno vita breve. Ci sono libri anche di indiscutibile qualità che hanno poco successo editoriale e poco riscontro da parte dei lettori. Questi libri, si sa, vengono dimenticati. Un giorno qualcuno li trova, per caso, in una biblioteca o in qualche bancarella dell’usato, li legge, e se chiede perché siano, ai più, ignoti.
Tra questi, Minuetto all’inferno di Elémire Zolla. Continue reading “Elémire Zolla, Minuetto all’inferno”